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Nagualismo: Considerazioni sulle Piante di Potere

Sciamanesimo Tolteco - Nagualismo
Credo sia giusto fare alcune considerazioni sull'utilizzo e sul ruolo delle Piante di Potere, poichè nonostante sia un argomento abbastanza presente nel Nagualismo, specie in alcuni lignaggi, viene spesso trattato in maniera superficiale.

Una delle più importanti testimonianze sull'impatto che le Piante di Potere hanno sul praticante che le assume ci è arrivata da Carlos Castaneda, in primis con Mescalito, il Peyote, nei suoi primi due libri, in cui racconta in modo dettagliato l'esperienza con lo Spirito di questa pianta. Ed è proprio "Spirito" la parola chiave su cui vorrei concentrare l'attenzione in questo articolo.

Una Pianta di Potere non è solo un mezzo per espandere i limiti della percezione ordinaria e metterci a contatto con altre realtà e dimensioni. Nell'Aluna (la proiezione energetica del mondo. Una sorta di mondo-specchio) il Veggente Vede lo Spirito che anima la pianta, l'essere consapevole che viene visto come pianta nella realtà ordinaria, ma che rivela altri aspetti di se, e che rappresenta il vero fulcro di tutta l'interazione.

Bisogna considerare infatti che rapportarsi con una Pianta di Potere significa stringere delle relazioni con il suo Spirito, che è a tutti gli effetti un essere consapevole (sicuramente più di noi). Già questo dovrebbe farci comprendere che non è assolutamente saggio approcciarsi a questo confronto in modo superficiale e irrispettoso. In altre parole se si è semplicemente alla ricerca di una mera esperienza psichedelica, conviene affidarsi ad altro.

La visione tipicamente egocentrica del mondo ci fa pensare che lo Spirito di una Pianta di Potere sia al nostro servizio,  a nostra completa disposizione, come se non avesse una sua volontà. Non c'è nulla di più lontano dal vero. Non è assolutamente detto infatti che lo Spirito della Pianta sia disposto ad avere a che fare con noi.

E' possibile che la nostra configurazione energetica, o meglio quella che abbiamo al momento dell'interazione, non sia "compatibile" con quella dello Spirito, che non esiterà a farcelo notare. Ma anche in questo caso, l'atteggiamento egocentrico dell'uomo annebbierà la percezione e ci farà credere di aver avuto un qualche tipo di rivelazione mistica.

Uno dei problemi più evidenti con questo lato delle tradizioni che comprendono i rapporti con le Piante di Potere è dovuto alla spettacolarizzazione e al business new-age, mosso da persone che si convincono che basti un fine settimana per ottenere consapevolezza o guarigione, e che la pianta faccia il lavoro al posto loro.

L'aspetto tradizionale è ben diverso. Molto spesso i praticanti venivano preparati per mesi prima di interagire con una Pianta di Potere, proprio perchè è necessario un assetto energetico che consenta una interazione che possa essere "funzionale" sia per l'uomo, sia per la Pianta. Nessuno fa niente per niente in questo universo, e il mondo vegetale non è assolutamente inerte e passivo nei nostri confronti. Il fatto che abbia un diverso modo di agire, sia in termini di movimenti che di tempo, non indica che resti fermo a subire le nostre azioni.

Questo ovviamente non deve essere visto come una limitazione, nè vuole scoraggiare a priori queste interazioni. Semplicemente però bisogna avere una visione più ampia ed inclusiva, e sicuramente meno egocentrica. Certe cose richiedono oltre l'entusiasmo anche il rispetto per delle forze che non appartengono alla descrizione ordinaria del mondo.

huachuma

Un'altra cosa che non viene quasi mai considerata, mentre invece è un aspetto fondamentale di questo genere di interazioni, è che la Pianta di Potere non deve necessariamente essere assunta per potersi interfacciare con il suo Spirito. E' possibile infatti imparare a connettersi con le Piante utilizzando il nostro respiro e il corpo energetico.

Non solo si può ottenere un'intensità pari a quella data dal consumo, ma la qualità energetica dell'interazione è spesso anche migliore, perchè si stipula un'alleanza bilaterale con lo Spirito, che non guiderà in modo unilaterale l'esperienza, ma si rapporterà con noi in modo più cooperativo. Questo ci consente di imparare davvero ciò che ha da insegnarci.

Questo modo di operare non è esclusivo dello Sciamanesimo Tolteco, io ad esempio l'ho appreso da uno dei miei insegnanti Andini, che mi ha insengato a rapportarmi con lo Spirito di Huachuma, il San Pedro, in questo modo, evintandone il consumo diretto.

L'aspetto sicuramente più notevole di questo approccio (come di ogni approccio che si basi sulla consapevolezza e sul rispetto) è che una volta stabilita questa relazione, in modo stabile e reciproco, lo Spirito della Pianta e le sue qualità potranno essere richiamate in ogni momento, anche se la Pianta non è fisicamente presente.

Con questo intendo che siamo noi, con la nostra diretta capacità di estenderci e aprirci ad una percezione ed un'Alleanza non ordinaria, a condurre questa esperienza. In altre parole, ne siamo i diretti responsabili. Non "subiamo" l'azione della pianta, ma cooperiamo con lei. E soprattutto potremo ripetere l'esperienza in modo Libero e non dipendente dal consumo della pianta.

Vengono chiamate Piante Maestre non perchè hanno la capacità di allucinarci, ma perchè hanno degli insegnamenti che possono metterci a disposizione. Insengamenti riguardanti la Medicina, le Guarigioni, le qualità energetiche di altri allineamenti ed altro ancora. La chiave è nell'Attenzione, nella Consapevolezza e nel Rispetto con cui ci prepariamo a stringere queste Alleanze.

Tlazohtiliztli, Antonio Genovesi.
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