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Nagualismo: la strategia degli Antichi Veggenti nella Seconda Attenzione

Sciamanesimo Tolteco - Nagualismo
Quando si affronta il tema degli Antichi Veggenti nel Nagualismo si entra sempre in un campo minato, nebbioso e occulto, poiché ci riferiamo ad una grande categoria di uomini di Potere e Conoscenza che ad un certo punto della loro storia dovettero compiere delle scelte e affrontare le conseguenze della loro condotta.

Infatti quando realizzarono che la sete di Potere e l'ossessione per ottenerne sempre di più a discapito del modo in cui gli veniva fornito li aveva messi in una condizione pericolosa, non tutti riuscirono a svincolarsi dalle dinamiche in cui erano rimasti intrappolati.

Molti di loro, come raccontato anche da Carlos Castaneda, andarono incontro ad un destino che non ho intenzione di approfondire qui, mentre altri, spinti dalla necessità, fecero affidamento sulla loro risorsa più grande: la conoscenza della matematica dell'Infinito.

Grazie a questo sapere riuscirono a porre rimedio all'inevitabile e rimandarne l'appuntamento. La strategia che attuarono questi brujos, da impareggiabili sognatori quali sono, è stata quella di creare delle strutture nella seconda attenzione che attraverso delle precise geometrie fungessero da accumulatori di energia, all'interno dei quali era possibile "rinvigorire" il loro doppio sempre più soggetto alla naturale e progressiva disgregazione.

Esistono infatti due principi su cui si muove l'universo, uno legato alla struttura, organizzazione e misura, l'altro al caos e al disordine. La struttura si esprime anche in termini geometrici, attraverso cui è possibile organizzare l'energia per fini a noi utili.

Questa manovra gli concesse il tempo necessario (e ricordiamo che nella seconda attenzione il tempo scorre diversamente) per cercare e talvolta trovare delle soluzioni che consentirono lo spostarsi verso allineamenti più svincolati dalle dinamiche predatorie e prevaricatrici.

Durante il mio percorso, sono stato diretto testimone, assieme ai miei compagni, di ciò che resta di queste strutture, posizionate in precise dimensioni del sogno accessibili a coloro che ne conoscono la strada. In un momento durante le incursioni collettive nella seconda attenzione, seguendo le indicazioni datemi dai miei insegnanti, ci trovammo in un allineamento unico nel suo genere, che per caratteristiche energetiche era l'ideale per posizionare strutture di questo tipo.

Non fu subito chiara la compresione di ciò che ci si presentò, e anche avvicinarsi ed entrare richiese molto tempo, poichè era ben chiaro trattarsi di luoghi molto potenti, dalle energie estremamente ambigue e difficili da decifrare.

Le abbiamo trovate deserte, o abitate ormai da altre forme di esistenza inorganica e non sappiamo se coloro che le crearono e le abitarono siano riusciti o meno nel loro intento. E forse non lo sapremo mai.

Tlazocamati, Antonio Genovesi.


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