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Gli elementi della Tradizione nell'opera di Carlos Castaneda

Sciamanesimo Tolteco - Nagualismo
Nel Nagualismo moderno si cade spesso in fraintendimenti che possono influire sull'esperienza delle persone in modo più o meno marcato.

Questo avviene per diversi motivi, il primo dei quali è la comprensione incompleta di ciò che erano gli antichi veggenti e ciò che sono i veggenti del nuovo ciclo. Si pensa che la distinzione risieda nelle dinamiche e nelle pratiche, quando invece bisognerebbe andare molto più in profondità. Per maggiori approfondimenti è possibile leggere questo articolo precedente.

Un altro motivo è dovuto al fatto che Carlos Castaneda per parlare agli occidentali di ciò che apprese, dovette (giustamente) adattare molto il linguaggio, eliminando di fatto tutte le terminologie autentiche, che sarebbero risultate poco comprensibili o addirittura troppo "tribali" ad un pubblico che non conosceva per niente quel mondo.

Questo però ha generato poi un fraintendimento nell'approccio al Nagualismo, che da sistema di conoscenza che approfondisce le dinamiche interne ed esterne della coscienza di ogni cosa che sogna, è diventato un asettico catalogo per ottenere una espansione percettiva, che senza le basi si riduce a qualche fenomeno semi allucinatorio fine a se stesso. Per non parlare poi delle distorsioni riguardanti argomenti come oggetti, rituali e sesso, che troppo spesso hanno subito un trattamento molto più "cattolico" che Tolteco da parte di insegnanti e praticanti. Si è anche detto che non esistono elementi antropologici a sostegno della tradizione descritta da Castaneda, e anche questo non è assolutamente vero.

Se si conosce la tradizione, ci si rende conto che nei libri di Castaneda certe cose sono più vive che mai, e sono state la parte cardine del suo apprendistato. Vediamo alcuni esempi tra i tanti che ci indicano quanto in realtà strumenti, elementi e pratiche tipiche della tradizione si riscontrino nell'esperienza di Carlos, che probabilmente per esigenze "di spazio" e di narrativa non ha incluso pienamente nelle sue opere:

OGGETTI DI POTERE

Quando si parla di Oggetti di Potere lo si fa spesso con un alone di sospetto e di diffidenza, perchè ci vengono descritti come strumenti propri delle modalità degli Antichi Veggenti. In realtà lo stesso don Juan li menziona e li utilizza spesso nel percorso di apprendistato del suo allievo Carlos.

Vengono menzionati specchi e cristalli, che sono oggetti cardine per diverse pratiche Nagualistiche, così come è lampante l'esempio della zucca in cui erano contenuti gli alleati e della pipa con cui il vecchio Nagual comunicava con lo Spirito del fumino. Un esempio di oggetto di Potere può essere anche la tenda da ricapitolazione, utilizzata oggi (giustamente) come surrogato delle grotte in cui i Guerrieri andavano a compiere questa pratica.

CURANDERISMO

Non sono pochi nell'opera di Castaneda gli episodi che ci fanno intendere che nel lignaggio di don Juan l'aspetto della cura e della guarigione era molto presente. Non solo il Nagual Julian, benefattore dello stesso don Juan, era un impareggiabile Curandero, ma anche i Naguales predecessori conoscevano queste arti, come viene raccontato nel Potere del Silenzio:

"Don Juan disse che il nagual Elìas era un indio dello Stato di Oaxaca, cresciuto alla scuola di un altro nagual di nome Rosendo, nativo della stessa zona. Il nagual Elìas, secondo don Juan, era un tipo molto conservatore che teneva al proprio riserbo. Era guaritore e stregone noto non solo a Oaxaca ma in tutto il Messico meridionale ma, nonostante la sua professione e notorietà, viveva in completo isolamento al limite opposto del paese, nel Messico settentrionale."

Anche nel seguito dello stesso don Juan si riscontra la presenza di individui esperti in tale arte, come don Vicente Medrano, esperto hierbero e conoscitore della medicina della Terra. Ovviamente come in quasi ogni lignaggio l'obiettivo reale del percorso è il raggiungimento della consapevolezza e della liberta. Ma questo passa anche attraverso queste conoscenze.

DIVINAZIONE

L'arte di cogliere ed ascoltare i presagi è forse quella più determinante di tutte nell'esperienza di Carlos Castaneda. Se non fosse stato per una divinazione don Juan non si sarebbe mai presentato a Castaneda. Divinazioni con elementi della natura, con animali (uccelli e corvi su tutti) sono descritti diverse volte, ma è eloquente anche l'esperienza con le due lucertole, a cui vennero cuciti occhi e bocca, e mandate a raccogliere informazioni.

Queste sono pratiche divinatorie che inoltre hanno diverse analogie con quelle svolte in altri paesi molto lontani. In Italia ad esempio si compie una pratica simile, utilizzando i rospi al posto delle lucertole.

INSOGNAZIONE E NAHUALES

Più volte ho scritto che l'Arte di Sognare non è una disciplina esclusivamente "esplorativa". I Toltechi utilizzavano il Sogno Fiorito (sogno lucido) per trasportare Potere e consapevolezza dalla seconda alla prima attenzione. Questo viene fatto attraverso varie pratiche di insognazione, che coinvolgono energie ed "intelligenze archetipiche" note come Nahuales, o Naguales che si presentano al sognatore il più delle volte come forme animali.

Uno degli episodi che coinvolge questo aspetto della tradizione lo riscontriamo quando Castaneda deve "fuggire" dalla caccia del giaguaro, che poteva leggere la sua mente, trovarlo dovunque ed ucciderlo. Il giaguaro in questione è infatti un Nahual, invocato in sogno probabilmente da don Juan. Il giaguaro legge la nostra mente perchè è il signore degli inframondi, alleato di Tezcatlipoca, che genera la nostra ombra. Conosce tutte le nostre abitudini, le nostre debolezze e prevede il nostro modo di agire. Don Juan utilizzò il Nahual giaguaro per "costringere" Carlos Castaneda ad uscire dai suoi stessi inframondi, a oltrepassare i suoi limiti. Questo è un punto fondamentale in ogni apprendistato che si rispetti.

ALLINEAMENTI E DIMENSIONI DEL SOGNO

Nel Secondo Anello del Potere viene per la prima volta menzionata la Cupola dei Naguales, posizione del Sogno in cui don Juan e il suo seguito si sarebbero recati dopo aver lasciato questo mondo per sempre. Nonostante molti credano il contrario, la Cupola dei Naguales non è una dimensione "creata"  dal lignaggio di don Juan. Nella tradizione antica questa viene descritta come Colmicnahualcampa, il luogo dei progenitori di questo cammino, in cui il Sognatore può incontrare i Naguales e i Maestri del Sogno del passato. Non è un luogo di guide in cui ricevere insegnamenti, ma di bel altro confronto.

Per raggiungere questo allineamento, il Sognatore deve conoscere necessariamente delle metodologie di ensoñación tipiche della tradizione Tolteca, altro indice che ci permette di comprendere quanto essa fosse viva nel lignaggio di don Juan Matus.

IL RUOLO DEL SESSO

L'aspetto legato al sesso viene a volte quasi demonizzato tra i praticanti di Nagualismo moderno. Questo è il frutto di un grande fraintendimento. Il realtà la tradizione Tolteca non preclude assolutamente l'attività sessuale, anzi punta a "guarire" proprio gli aspetti che la ostacolano. Nella tradizione autentica infatti una delle maschere di Tezcatlipoca, colui che ci guida nelle caverne della nostra coscienza, è detta Tlahnequi, e riguarda proprio gli squilibri relativi all'energia sessuale, non intesa solo come atto, ma soprattutto come veicolo creativo dell'uomo.

Per i Toltechi infatti nessuna attività era preclusa o negativa, in nessun caso. Purchè si rispettasse il principio di reciprocità tutto resta in linea con le leggi e l'Intento della Terra. In altre parole, non conta ciò che fai, ma come lo fai.

Questi sono solo alcuni esempi, ma se ne trovano molti altri lungo le pagine dell'opera di Castaneda. Ritengo personalmente importante chiarire queste cose, perchè troppo spesso ci si ritrova in situazioni rigide e dogmatiche, che non appartengono assolutamente al Nagualismo, ma non sono altro che l'ennesimo retaggio religioso che applichiamo ad ogni cosa. Chi mette paletti fini a se stessi, o con false motivazioni, non è un Tolteco, ma un individuo che tenta semplicemente di esercitare potere sugli altri. Bisogna ricordarsi sempre che la Libertà non è privazione, ma agire con assoluta consapevolezza e impeccabilità.

Tlazocamati, Antonio Genovesi.


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