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Radiestesia e Sciamanesimo Tolteco

Sciamanesimo Tolteco - Nagualismo
Lo Sciamanesimo Tolteco è un sistema di conoscenza estremamente fluido ed in grado di includere ed adattare alla sua configurazione energetica anche elementi provenienti da altre Vie. Un esempio è stato il modo in cui il mio insegnante in Messico ha incluso l'uso dei pendoli da radiestesia nel suo programma di Nagualismo.

Maestri conoscitori dei Cristalli, della matematica dello Spirito, delle forme e dei Movimenti, i Guerrieri del lignaggio a cui appartengo hanno iniziato ad utilizzare i Pendoli in modo estremamente versatile e completo. La procedura è molto precisa e non lascia niente a caso.

Attraverso gesti specifici si unisce la coscienza dei 4 corpi energetici e ci si connette con la Conoscenza del Sole e delle Stelle. Questo viene fatto sia perchè è importante accedere ad energie libere e svincolate da influenze inorganiche, sia perchè il nostro Sole e le Stelle contengono tutta la conoscenza relativa al nostro mondo.

In base al materiale, alla forma e alle caratteristiche energetiche, questi oggetti di Potere vengono utilizzati non solo per compiere divinazioni estremamente precise, ma anche per compiere Curanderie, spostare i punti di unione di più persone in una posizione parallela, favorire manifestazioni di intento e soprattutto individuare e chiudere dei Portali Dimensionali attraverso cui gli Yejelli, esseri inorganici predatori, oltrepassano il varco dalla dimensione del Sogno alla nostra realtà ordinaria.

Ma cosa è di fatto la Radiestesia? Lascio che a spiegarlo sia il mio amico Domenico Campolo, che oltre ad essere un esperto fabbricatore di Pendoli è anche una delle persone più ferrate sull'argomento che conosco. Ecco il suo articolo:

"In pochi sanno chel’uso del pendolo, come strumento di ricerca, nasce in Europa. Nasce infatti in Francia a cavallo tra ‘800 ed il ‘900. È bene non confondere la rabdomanzia con la radiestesia. La prima usa una bacchetta biforcuta, la seconda un peso sospeso alla fine di un filo di lunghezza variabile.

Il presupposto teorico è  tanto semplice quanto sconvolgente: l’essere umano vive costantemente immerso in un mare infinito di energia e, questa energia, può essere da lui percepita ed indagata con l’ausilio di uno strumento esterno. Dapprima ci si concentrò  solo su aspetti pratici quali, ad esempio, la ricerca di metalli o l’individuazione della ben più preziosa acqua.  

L’arrivo del pendolo rappresenta a tutti gli effetti una vera e propria svolta: svincolati dalle necessità primarie,  si è capito che era possibile indagare il mondo delle energie sottili in maniera più proficua, anche in assenza di spiccate capacità percettive.

La radiestesia nel secolo passato ha conosciuto una grande espansione ed  è  stata caratterizzata da un approccio assai scientifico e  razionale, soprattutto in ambito medico. Con la sua successiva diffusione e la poca preparazione teorica dei nuovi radiestesisti, ben presto questo prezioso alleato ha perso tutto il suo fascino finendo rilegato a strumento di intrattenimento.

Il dilemma maggiore, la  grande contraddizione della radiestesia, sta nella prima fondamentale domanda: chi è che risponde attraverso il pendolo? E soprattutto quanto è affidabile?
Oggi sappiamo che la risposta ricevuta è  in diretta relazione alla quantità di silenzio interiore che si riesce a raggiungere. Paradossalmente più si è svincolati dalla necessità di avere risposte più esse sono corrette.
Il primo passo quindi per un uso corretto e proficuo del pendolo sta nella capacità di raggiungere uno stato di silenzio interiore.

Il pendolo ci aiuta  ad esternare la mente, dandole qualcosa su cui concentrarsi allontanando il suo controllo costante dal corpo, così che la mano sia mossa impercettibilmente da una forza estranea alla mente razionale ed al suo continuo vociare. Il corpo riesce a raccontare una verità più sottile ed impalpabile, che svincolata dalle aspettative di una risposta, ci avvicina ad una comprensione migliore di ciò che con lo strumento si cerca di indagare.

I risultati ottenuti vanno accolti come il consiglio di un buon amico, mai quindi come qualcosa di certo ed immutabile. Proprio per questo il pendolo può entrare di diritto fra gli strumenti di uno sciamano: perché più che uno strumento predittivo si dimostra capace di analizzare in maniera imparziale.

Lo sciamano è  incoraggiato a creare un linguaggio di comunicazione, una serie di movimenti definiti e codificabili, in modo da poter interpretare da sé le oscillazioni dello strumento.
Una volta ottenuta una reciproca intesa, lo sciamano può indagare se stesso in maniera più libera ed imparziale.
La capacità di indagare le energie impalpabili ci tornerà utile ad esempio nello stabilire la presenza di squilibri o carenze energetiche nel corpo e negli ambienti.

Nel percorso del Cammino del Guerriero si dà ampio spazio al lavoro con gli elementi. A tal proposito ad esempio, potremmo usare il pendolo per sapere, attraverso anche  un semplice quadrante, a quale elemento sia legato un nostro disturbo e su quale altro elemento lavorare per cercare di appianare lo squilibrio, i cui effetti dannosi stiamo sperimentando. La stessa cosa può essere applicata ad esempio agli ambienti, alle situazioni e infine ad altre persone.

Nella pratica sciamanica gli usi del Pendolo sono molteplici e lo rendono un alleato preziosissimo a patto che il nostro approccio sia razionale e svincolato da ogni illusione personale."

Tlazohtiliztli, Antonio Genovesi.



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